Toyoda: “L’elettrico non basta, bisogna diversificare!”
Negli ultimi giorni hanno fatto molto scalpore, tra gli addetti ai lavori, le dichiarazioni sull’elettrico del presidente Akio Toyoda. Il leader della nota casa automobilistica giapponese sembra fare un passo indietro rispetto al suo ambizioso obiettivo di lanciare ben 16 modelli a zero emissioni nei prossimi anni, elettrificando completamente la propria gamma.
Proprio come le auto completamente autonome, che tutti noi pensavamo di guidare ormai da diverso tempo, i veicoli elettrici impiegheranno più tempo per diventare mainstream rispetto a quanto i media vorrebbero farci credere.
Il leader di Toyota definisce irraggiungibili, nei tempi auspicati, alcuni traguardi, come, per esempio, il target statunitense delle elettriche al 50% delle vendite totali al 2030. Ci sono tanti fattori che frenano la transizione, di cui non si può non tenere conto. Inoltre, se davvero vogliamo che effetto della transizione sia la riduzione delle emissioni inquinanti, non è investendo unicamente nella mobilità elettrica che l’avremo.
Già nel 2020, Toyoda aveva criticato i sostenitori dell’elettrico in quanto, nel valutare la sostenibilità di questa tecnologia, non consideravano le emissioni di anidride carbonica legate alla generazione di elettricità. Nel 2021, era tornato sul punto affermando che «se l’energia che alimenta i veicoli non è pulita, l’uso di un veicolo elettrificato, di qualsiasi tipologia, non porta alle zero emissioni di CO2». E ancora: «Più veicoli elettrici produciamo, più salgono le emissioni di anidride carbonica».
La mobilità elettrica – che è un’opportunità – rischia di trasformarsi in un danno per l’ambiente, se si trascurano:
- la fonte di provenienza dell’energia elettrica
- l’enorme impatto inquinante legato sia alla produzione di nuovi veicoli, che alla rottamazione di quelli attualmente in circolazione.
Immaginiamo che tutte le auto inquinanti debbano essere rottamate e sostituite con nuovi veicoli elettrici e che l’energia per alimentarli debba essere per lo più attinta dalla rete, dove è prodotta a partire da combustibili fossili. A fronte di tutto questo dispendio di energia ed emissioni, fino a che punto ha senso sperare che la transizione di massa verso l’elettrico si realizzi in tempi brevi?
La domanda è provocatoria ed è un invito a fermare «l’eccessivo clamore» sulle auto alla spina e a riflettere sulle conseguenze dell’assenza di valutazioni adeguate in merito a una pervasiva adozione della mobilità elettrica.
Toyoda: perché non convertire in elettrico le auto già in circolazione?
Se l’ambiente è la priorità, l’obiettivo deve essere «ridurre le emissioni il più possibile, il prima possibile», non «correre» verso il traguardo del Full-electric.
Nel 2022, nel corso di un incontro con la stampa americana, sempre il manager di Toyota ha sottolineato l’importanza di investire in più opzioni simultaneamente. Le auto elettriche non sono l’unico modo che abbiamo per ridurre le emissioni. Inoltre, non sono accessibili a tutti (sia a causa dell’alto costo dei veicoli che per la mancanza di infrastrutture). In un momento in cui la strada giusta da seguire non è ancora del tutto chiara, non si può vincolare il cliente ad un’unica soluzione. Bisogna lasciarlo libero di scegliere. A tal fine è essenziale impegnarsi per fornire una gamma diversificata di opzioni a emissioni zero, che siano capaci di soddisfare esigenze e situazioni diverse.
Ma arriviamo finalmente ad oggi, gennaio 2023. Toyoda torna a manifestare il suo scetticismo, affermando di far parte di una «maggioranza silenziosa» dell’industria automobilistica, che nutre dubbi sull’elettrico come unica strada da seguire.
Il 13 gennaio, durante il suo intervento al Tokyo Auto Salon, il CEO di Toyota ha parlato della sua ultima idea per accelerare la transizione e ottenere enormi benefici in termini di contenimento delle emissioni: convertire le auto circolanti. Siccome ci vorrà molto tempo prima che tutte le auto in circolazione siano elettriche, perché non sostituire i powertrain a benzina e a gasolio della auto tradizionali con componenti in grado di farle funzionare come delle auto elettriche? Ciò che Toyoda propone è il retrofit di massa delle auto già in circolazione, una proposta tanto semplice, quanto intelligente e innovativa.
Vi ricorda qualcosa? Se ci seguite da un po’, vi sarete accorti della somiglianza, molto forte, con l’idea che sta dietro il progetto che eProInn sta portando avanti insieme ad altri tre partner industriali: accelerare la transizione attraverso la conversione delle auto convenzionali in veicoli ibridi solari.
Elettrico non vuol dire zero emissioni
Le ultime dichiarazioni del CEO di Toyota hanno suscitato pareri discordanti tra gli addetti ai lavori. Alcuni ci hanno visto la paura di puntare tutto sull’elettrico, altri un’ammissione della difficoltà, da parte della casa automobilistica nipponica, a rispettare il cronoprogramma della transizione, altri ancora la volontà – peraltro ampiamente giustificata – di esplorare diverse opzioni per raggiungere l’obiettivo zero emissioni.
A margine di tutta questa riflessione ciò che, secondo noi, emerge è la necessità di ripensare l’elettrico come unica strada percorribile. Questo non vuol dire che l’elettrico sia da abolire. Semplicemente è necessaria una maggiore gradualità nella transizione. L’equazione “elettrico = zero emissioni” non sempre è vera, in quanto non tiene conto dell’analisi del ciclo di vita (LCA) del veicolo, cioè della valutazione del suo impatto ambientale, dal momento della produzione a quello finale della rottamazione.